In scena fino a stasera 23 ottobre 2011 al Teatro Strehler di Milano, “Dopo la battaglia” di Pippo Delbono, spettacolo che lascia letteralmente senza fiato, nasce, come afferma il suo autore, dal bisogno stesso di urlare, di piangere, di ritrovare una fede.

L’urgenza di tornare a “giocare” nell’immediato, cui fa riferimento l’autore, in un momento di crisi così profondo per la società italiana, significa infatti dare spazio nuovamente all’arte di contro a quella schizofrenia, che ormai dilaga sugli schermi della nostra tv, ad ogni ora.

Pippo Delbono, da questa riflessione, propone dunque un teatro d’incontro tra l’orizzonte rovesciato cui appartiene un artista, ormai impossibilitato a produrre oggigiorno le proprie opere a causa dei tagli sempre più ingenti alla cultura, e un pubblico bisognoso di essere provocato.

Il viaggio visionario cui il regista ci fa assistere, infatti, non è solo un misto di sapienti rielaborazioni di alcuni frammenti di testi di Kafka, Pasolini, Artaud, Rilke e della Merini, che si alternano a proiezioni di scene di vita familiare, di immigrazione e di guerra.

La rappresentazione, che si viene a costruire via via sul palcoscenico, è un vero e proprio atto di guerra, che non cerca facili consensi.

Pippo Delbono, con lucida follia, si trasforma in primo testimone di un ritrovato “teatro della crudeltà”, cui la casta politica italiana manovra le fila.

Con un gesto a metà tra il teatrale e il cinematografico, strappa dalla poltrona il pubblico, amalgamandolo in un unico corpo,”che attraverso il dolore e nell’evacuazione del male rinasce nella sua purezza”, nel suo sentirsi nostalgicamente patriota, sotto il funebre lenzuolo qual è ormai la bandiera di colore italico.

In uno spazio grigio, un luogo indistinto dove anche Bobò (l’attore protagonista di tutti i suoi precedenti lavori, che nella vita è stato internato 40 anni nel manicomio di Aversa) e l’ètoile dell’Opéra di Parigi riescono, per un attimo, ad incontrarsi, l’autore evoca tutta la sofferenza che implica la ricerca della libertà espressiva: uno slancio anarchico contro qualsiasi tipo di dispotismo.


“Dopo la battaglia”, di Pippo Delbono; Con Dolly Albertin, Gianluca Ballaré, Bobò, Pippo Delbono, Lucia Della Ferrara, Ilaria Distante, Simone Goggiano, Mario Intruglio, Nelson Lariccia, Marigia Maggiopinto, Julia Morawietz, Gianni Parenti, Pepe Robledo, Grazia Spinella; Con la partecipazione di Alexander Balanescu e Marie-Agnès Gillot.

Piccolo Teatro Strehler di Milano, fino al 23 ottobre 2011. Tel. 848.800.304

Valentina Giordano
Latest posts by Valentina Giordano (see all)