Un uomo senza nome e di poche parole. Sta sempre seduto al tavolo di un bar. Sempre lo stesso, un giorno dopo l’altro. Accanto a lui un grande quaderno nero.
Lo apre, lo consulta, prende appunti. Non sappiamo da dove arrivi e, apparentemente, non va mai via. Ciò che sappiamo è che ha la possibilità di esaudire qualsiasi richiesta. In tanti vanno da lui, pieni di speranza. Ma tutto ha un prezzo. Anche i desideri. E così a ciascuno affida un compito. A volte apparentemente banale, a volta terribilmente difficile.
The Place è la nuova opera di Paolo Genovese, che dopo il successo di Perfetti Sconosciuti torna con un film bello e coraggioso. Coraggioso perché cambia completamente registro e atmosfere, conservando però la coralità della trama e il principio dell’unità di luogo, tempo e azione, assieme al gusto per un cinema spiccatamente teatrale.
Ispirato alla serie di Christopher Kubasik (The Booth at The End), The Place è un film sui desideri e sui rischi che siamo disposti a correre per esaudirli. Rischi concreti, ma non solo. I rischi più alti sono quelli che ci prendiamo nei confronti della nostra anima.
Faust era disposto a regalarla al diavolo, in cambio della felicità. Ma il nostro uomo senza nome non è il diavolo e nemmeno il mostro che qualcuno crede. Lui i mostri li stana, li blandisce, li nutre. Ma la realtà è che essi sono dentro di noi. Nascosti in sogni apparentemente banali, in piccoli desideri innocenti.
Valerio Mastrandrea regala al personaggio misterioso sguardi e silenzi e l’espressione stropicciata di chi ogni giorno osserva tutti i mali del mondo.
I nove personaggi che si recano da lui sono altrettante storie. Di loro sappiamo solo ciò che raccontano. Il resto, tutto quello che accade fuori dallo spazio del bar, è lasciato alla nostra immaginazione e qui risiede parte del fascino del film.
Infatti, sappiamo solo che ognuno di essi va a combattere la sua battaglia. San Giorgio e il drago al tempo stesso. E forse alla fine non è così importante se otterranno o meno ciò che vogliono, se sopravvivranno o meno alla prova. Perché ben presto si capisce che il perno di tutto non è il desiderare, ma quel guardarsi nello specchio dell’anima e sostenere il confronto con la parte oscura che è in ognuno di noi.
Intrigante. Teso. Bellissimo.
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Regia: Paolo Genovese
Sceneggiatura: Paolo Genovese e Isabella Aguilar
Cast: Valerio Mastrandrea, Marco Giallini, Alba Rohrwacher, Vittoria Puccini, Rocco Papaleo, Silvio Muccino, Silvia D’Amico, Vinicio Marchioni, Alessandro Borghi, Sabrina Ferilli, Giulia Lazzarini.
- Neve - 24/08/2020
- Volevo nascondermi - 07/03/2020
- Judy - 26/02/2020
Il film ha colpito molto anche me. Anche io, uscendo dal cinema, ho sentito le stesse emozioni, ho fatto le tue considerazioni, ho reputato il film riuscito, profondo, originale.
Ma… c’è un ma… poi sono andato a vedermi la serie originale e non ho potuto fare a meno di notare che il film di Genovese è più che un “adattamento” un vero e proprio copia e incolla. Genovese non ha davvero aggiunto nulla di personale. Tutti i personaggi, tutte le vicende che li riguardano, a parte qualche piccola virgola qua e la, sono state riprese “tale e quale” alla serie originale.
Non c’è dubbio che l’operazione sia riuscita e che il film di Genovese, isolandolo da qualunque paragone resta un piccolo gioiello, ma setacciando il tutto, quel che rimane è il merito di averci fatto conoscere una grandissima e originalissima serie tv.