“Sanghenapule” è il nuovo spettacolo firmato Mimmo Borrelli e Roberto Saviano, in scena al Piccolo Teatro Grassi di Milano dal 5 al 17 aprile 2016.
La pièce attraversa la storia di San Gennaro, santo protettore di Napoli, e percorrendo la vicenda del suo sangue, dal senso letterale e metaforico, mostra gli avvenimenti salienti che hanno scandito l’evoluzione della città e della napoletanità.
Lo spettacolo è suddiviso in atti, in cui si avvicendano come su un binario parallelo Mimmo Borrelli e Roberto Saviano, che incarnano rispettivamente la prorompenza della poesia e la melodiosità della narrazione.
I due protagonisti si alternano sul palco partendo dal martirio, tra mito e realtà, di Ianuario (Gennaro), vescovo di Benevento che venne decapitato nel 305 d.C. a Pozzuoli.
Sorprendente è la fisicità tellurica di Borrelli, attore dalla virtuosa giocosità verbale e dall’inaspettata abilità manipolatoria della lingua (un’invenzione poetica che attinge al dialetto puteolano e a un latino italianizzato).
Mimmo, nonostante sia classe ’79, riesce a impersonare varie figure anche di età decisamente più avanzata, grazie ad una maestria mimetica, che ne rivela tutta la grandiosa presenza scenica.
Borrelli urla, mette in rima, recita versi, piange e vomita improperi, suppliche e carità. La sua è una figura a metà strada tra il demoniaco e il santo, tra ciò che è reietto e ciò che aspira alla purezza.
Saviano, d’altro canto, tesse le fila della narrazione: rende intellegibile e accattivante ciò a cui Mimmo allude. Con dolcezza ed estrema semplicità, guida lo spettatore per mano attraverso i vari “atti di sangue”, resi più tetri e minacciosi da una scenografia dai toni infernali.
Mentre Mimmo Borrelli incede nelle sue litanie indossando maschere tra la storia e l’ancestrale, Saviano riesce a ricreare l’atmosfera di presagio del miracolo.
Lo spettatore può avvertire la magia che si annida nelle credenze popolari e nella fede dei cristiani proprio davanti a sé, quasi toccando per mano qualcosa che sta per accadere.
Lo spettacolo, catartico nello scioglimento, è di una rara intensità: merita di essere visto più di una volta, per il fatto che evoca il “sol dei sogni e della poesia” di chiunque persegua il “diritto alla felicità”.

Scritto da Valentina Giordano e Luigi Metropoli

Valentina Giordano
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