“Ho cercato di dar vita ad una storia che potesse essere in qualche modo paradigmatica di quelle condotte imprenditoriali, spregiudicate e sprezzanti di ogni regola. Dietro gli intricati percorsi della finanza si affacciano uomini non sempre all’altezza dei ruoli che ricoprono e la scelta è stata quella di raccontare una storia di perdizione e di fallimento entrando dentro gli uffici, inseguendo i comportamenti di chi si è reso protagonista e di chi sconvolge l’economia reale investendo la quotidianità di tutti i cittadini”.
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“Capaci di tenere in scacco i mercati mondiali grazie a un conto finto realizzato con scanner e bianchetto” -dichiara la sceneggiatrice Ludovica Rampoldi- i dirigenti di questa piccola impresa italiana “con fiducia cieca, paradossale nel lavoro, nell’azienda e nel suo patrono rilanciano anche con niente in mano, al limite della schizofrenia, come giocatori di poker da bar”.
Un racconto noir, dunque, che analizza nei minimi dettagli la “metodologia criminale” del falso in bilancio, delle strategie “creative” e della truffa finanziaria a danno dei risparmiatori. Dai toni amari e non d’inchiesta, che richiama per il registro narrativo adottato “Il Divo” di Paolo Sorrentino.
Durata: 110′
Dal 4 marzo al cinema.
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