Dimenticate i boschi, le casette di marzapane, le nonnine tenere alla mercé di lupi malintenzionati. Siamo nell’era dei network virtuali, dei cyber-sentimenti. Cappuccetto rosso e il lupo si incontrano in chat. Lei è una candida e burrosa quattordicenne. Lui un fotografo di moda trentenne, affascinante e dall’aria vissuta. Ma nulla è come sembra. Aspettate un po’ prima di prendere le parti dell’una o dell’altro. Le sorprese non mancheranno.

Con Hard Candy    Corrado D’Elia adatta e dirige un testo ispirato ad una storia vera, portata sul grande schermo nel 2005 da Ellen Page e Patrick Wilson. Le caramelle del titolo sono quelle che ci hanno insegnato a non accettare mai dagli sconosciuti. Ma se ad offrirle fosse questa volta proprio la bambina dalla mantellina rossa?

In una scenografia glamour come le foto di moda che tappezzano le pareti, coloratissima come i grandi cubi trasparenti pieni – appunto – di caramelle, è un vero e proprio psyco-thriller quello che D’Elia porta in scena, divertendosi a stravolgere i ruoli, confondere vittima e carnefice, materializzare le nostre paure più profonde: il mondo sommerso delle chat, la pedopornografia, desideri inconfessabili e perversioni occulte di cui non vogliamo sapere e parlare.

Se il fotografo Jeff nasconde un segreto, cosa c’è dentro la borsa della candida Hailey? Sicuri che si tratti solo dei libri di scuola? E quella ignara bambina che sembra lì  pronta a farsi sedurre da un uomo molto più grande di lei è davvero così inconsapevole e ingenua? O forse ha un piano anche lei? Magari una folle vendetta da compiere?

Avvincente e ansiogena, Hard  Candy è una favola noir che trova in Alessandro Castellucci e Désirée Giorgietti due protagonisti perfetti e straordinari nel rilanciare continuamente la palla della tensione emotiva e tenere il pubblico in bilico sul filo dell’angoscia e dell’orrore. In testa resta il girotondo al vetriolo dell’innocenza perduta.  

Consigliato, ma solo ad un pubblico adulto.

Gloria Bondi
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