Un uomo e una donna. Lucas e Adele. Lui è ferito, lei no. Insieme per forza in una baracca fredda e in un Paese di cui non sappiamo il nome. Fuori, i rumori e i bagliori violenti di una guerra ignota, ma uguale a tante altre. I due non si conoscono ma il destino li fa incontrare, per caso, sulla traiettoria di una fuga. A metà strada  tra la quiete di una rassicurante esistenza borghese e la brutalità della guerra, tra un mondo di progetti e un futuro che forse non ci sarà.

Eppure in quel microcosmo, quasi una zattera in balia della tempesta, nell’attesa e nella speranza di essere salvati, un piccolo miracolo accade. Lucas e Adele si incontrano e si scontrano, parlano incessantemente, litigano, si insultano, battibeccano, si cercano, si amano forse. Sarcastici e impauriti, teneri e furenti, di fatto trasformano quella baracca in un relitto di umanità nella disumanità. In un surreale Eden in cui le leggi del coraggio e del diritto alla vita vincono sull’arroganza di quegli uomini che fuori celebrano ancora una volta il rito della violenza. E li salvano, nonostante il sacrificio che li segnerà per sempre. Al Teatro Piccolo Eliso Patroni Griffi di Roma va in scena “Il coraggio di Adele”, scritto e diretto da Giampiero Rappa e interpretato da Filippo Dini e Teresa Saponangelo. Una piéce bella, toccante, commovente. Un atto di accusa contro la brutalità dell’uomo, ma al tempo stesso un omaggio alla parte più giusta e generosa di ciascun essere umano e alla bellezza del destino che anche in un inferno di orrore sa far germogliare il seme della compassione. Proprio quella che ogni mattina spinge Adele fuori dalla baracca per cercare il cibo necessario alla sopravvivenza di entrambi e che le permette di sopportare l’infamia quotidiana che Lucas scoprirà solo alla fine: l’eterna sopraffazione dell’uomo sulla donna che nemmeno il pericolo e gli stenti della guerra riescono ad arginare.  Ma il loro germoglio d’amore purtroppo, sarà destinato a non maturare. Perchè <<Lucas non sa ascoltare – spiega l’autore e regista – ne ascoltarsi e si ritroverà solo più volte, deciso a non crescere e a rinnegare i suoi sogni e le sue aspirazioni.  Parla spesso d’amore, ma le sue azioni nella pratica appaiono quello di un uomo immaturo  che non sa amare. Adele ha dalla sua una forte consapevolezza di se e delle sue emozioni, sa riconoscere e contestualizzare la storia che sta vivendo. La forza di Adele le permetterà di mettersi in gioco e di dare una nuova svolta alla sua vita>>. Da non perdere. Fino al 18 marzo.

Gloria Bondi
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