Accorsi in massa al Festival di Venezia, gli spettatori acculturati avranno approfittato dell’occasione per fare un salto alla Biennale d’Arte e farsi un’idea diretta del tanto vituperato PADIGLIONE ITALIA. Sgarbi ha chiesto, per allestirlo, a personaggi VIP dell’Italia di segnalare un artista che a loro parere meritava di rappresentare l’Italia.
A suo dire, un modo per aggirare i veti imposti dalla critica, portare in scena artisti sconosciuti e rendere l’arte piu’ ‘popolare’. Insomma il sistema Italia, quello della raccomandazione e degli amici degli amici, è stato elevato a modello per rappresentare l’Italia. L’impressione che si trae entrando in quel padiglione, dove peraltro, a sorpresa, si trovano anche artisti validi, è la stessa che si prova quando si entra in un bazar o ci si reca aa una svendita di mobili. D’altra parte questa è l’Italia! Stesso sistema deve essere valso per dare il placet al progetto della Fiction ‘Il segreto dell’acqua’ (per la regia di Renato De Maria) che ci affligge in questi giorni dallo schermo. Siccome il cast (Roberto Scamarcio, Valentina Lodovini, Michele Riondino, Roberto Herlitzka) è di per sé – a livello di nomi – una garanzia, la stessa cosa dicasi per gli sceneggiatori (Umberto Contarello, Filippo Gravino, Sara Mosetti, Marco Pettenello), OK va bene, approvato, senza andare troppo per il sottile e soffermarsi sui dettaglii. Siamo quindi d’accordo con Aldo Grasso, che l’ha stroncata sul Corriere della Sera senza mezzi termini. Non è possibile che per caratterizzare un poliziotto come colto, si citino a man bassa passi di Shakespeare. Non è questo che fa un bravo sceneggiatore. E non è che se uno sceneggiatore ha scritto in passato qualcosa di valido, qualsiasi cosa scriva debba essere necessariamente buona. Magari ha già tirato fuori dal cilindro della creatività tutto quello che poteva e la sua vena artistica si è esaurita. Persino Scamarcio che di solito è bravo, ha spesso un’espressione del tipo ‘Ma davvero mi tocca dire questa battuta?’ Insomma sarebbe ora se Rai e Mediaset si decidessero a far entrare un po’ di aria nei circoli stantii (e dorati) degli autori di fiction e scommettessero su qualche nuovo autore, alla ricerca di veri talenti. Se lo script è quello che è , persino i bravi attori affogano.
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