Lunedì 18 ottobre si è svolta, presso la sede di Rodengo Saiano del Museo dell’Industria e del Lavoro, la cerimonia di premiazione della 3^ edizione del Concorso nazionale “Roberto Gavioli” riservato a film documentari che affrontino i temi del lavoro e dell’industria di ieri e di oggi.

La serata si è aperta con un ricordo di Roberto Gavioli e un omaggio all’eccezionale professionalità della Gamma Film; presente la Sig.ra Antonia Barbetti Gavioli, stretta collaboratrice di Roberto, nonché il fratello Gino Gavioli, disegnatore e creatore di numerosi personaggi dell’indimenticabile “Carosello”. Il pubblico della saletta cinematografica stile anni Sessanta, ricostruita nel percorso espositivo del Museo, ha potuto ammirare una delle migliori realizzazioni di Roberto Gavioli: il documentario “La lunga calza verde” (1961), realizzato con eccezionale felicità espressiva, grazie anche all’apporto di Cesare Zavattini, per la celebrazioni del 100° anniversario dell’Unità d’Italia.

 

Il Presidente della Giuria, prof. Gian Piero Brunetta, nel consegnare i premi ai tre vincitori, ha sottolineato come la 3^ edizione del premio abbia registrato un salto quantitativo e soprattutto qualitativo della partecipazione. Anche per tale motivo il lavoro della giuria, rappresentata in sala da  Angelo Beretta, Nino Dolfo, Franco Piavoli e Pier Paolo Poggio, è risultato nello stesso tempo oneroso e molto piacevole, a conferma del fatto che il documentario si sta rivelando uno strumento prezioso, forse insostituibile, per indagare la realtà e raccontare storie capaci di coniugare verità ed emozioni, autenticità delle esperienze e creatività.

 

Con l’augurio che documenti così preziosi possano essere visti da un pubblico più vasto, si riportano gli estremi dei vincitori e le motivazioni della Giuria.

 

1° premioIl richiamo del Klondike“, regia di Paola Rosà e Antonio Senter, durata 58 minuti, anno di produzione 2010.

Due storie parallele e succedanee in cui il passato si innesta nel presente e la storia nella modernità, in un racconto di forte efficacia e felicità narrativa. Con il supporto di fotografie d’epoca e con i toni di una ballata western, che coniuga il vitalismo di Jack London con la capacità di far riemergere la memoria di una microstoria dotata di una forte carica epicizzante, il documentario ripercorre il viaggio dei fratelli trentini Silvio e Clemente Boldrini, che a fine Ottocento presero parte alla leggendaria “gold rush” del Klondike e quello dei nuovi cercatori d’oro, interpreti di una nuova imprenditoria e di una nuova professionalità, nel segno di un’epica eroica e di un gusto dell’avventura che non sono mutati in una terra che rimane aspra e che conserva i valori della solidarietà. Il lavoro di Paola Rosà e Antonio Senter è stato apprezzato dall’intera giuria sia per i risultati a cui è giunto sia per la capacità di ricomporre con rigore e forte coinvolgimento i diversi tipi di materiali e i diversi piani storiografici, facendo emergere dal profondo una storia lontana nella quale riconoscere segni ed elementi della nostra identità.

2° premioWorkers: rotte della globalizzazione” regia di Tommaso D’Elia, durata 52 minuti, anno di produzione 2010.

Anche di questo documentario la giuria ha apprezzato la capacità di spingersi verso realtà lontane e sconosciute e sempre più legate all’economia globalizzata e a problemi che non possiamo continuare ad ignorare. Uno spaccato desolante delle periferie mondiali sommerse e omologate alla logica del mercato planetario. Il viaggio tra gli workers indiani inizia dal porto di Alang con i suoi 127 cantieri, il più grande bacino del mondo per lo smantellamento delle navi, sprovvisto di norme di sicurezza e senza presidio sanitario, e prosegue tra i lavoratori del cotone in Gujarat, tra i contadini del Bengala costretti a vendere le proprie terre alle multinazionali. L’opera alterna in modo efficace la descrizione di ambienti e processi lavorativi con le testimonianze di persone che cercano di correggere la folle macchina dello sviluppo in uno dei suoi epicentri più impressionanti.

 

 

3° premio “Campania Burning“, regia di Andrea D’Ambrosio e Maurizio Cartolano, prodotto da Simona Banchi e Valerio Terenzio per Gruppo Ambra srl, durata 60 minuti, anno di produzione 2009.

Un documentario di denuncia sociale in cui l’eloquenza visiva delle immagini è corroborata dalla lirica della musica di accompagnamento. La storia si sviluppa nell’arco di una giornata, il luogo simbolo è il ghetto di San Nicola Varco nel comune di Eboli, dove vivono accampati in condizioni disumane i braccianti extra-comunitari, i nuovi protagonisti del “cammino della speranza” che lavorano nelle campagne senza diritti e senza tutele. All’alba i lavoratori rispondono alla chiamata dei caporali, poi la dura vita nei campi, poi il ritorno nel ghetto. A fare da controcanto solo la solidarietà di un sindacalista. Sono passati cinquant’anni, ma in quel territorio nulla è cambiato, se non il colore del volto dei disperati. Il campo è stato di recente smantellato e i suoi ospiti sono diventati invisibili.

Valentina Giordano
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