“Vivo in una strana fortezza isolata, che è una fortezza fatta di vento, che non ha mura. Le sue mura sono le relazioni umane, sono gli attori, i collaboratori che vengono da diverse parti del mondo, alcuni perché hanno sentito parlare di noi, altri perché si trovavano per caso in Danimarca, sbattuti lì dal vento della Storia. Questa fortezza si trova in una piccola città di nome Holstrebro”.
Così Eugenio Barba commenta la sua avventura all’Odin Teatret, che celebra i suoi cinquant’anni di attività all’interno del documentario girato da Jacopo Quadri e Davide Barletti. Il film, presentato all’interno della sezione Giornate degli Autori alla Mostra del Cinema di Venezia che si è appena conclusa sabato 12 settembre 2015, cerca di documentare le complesse fasi di preparazione dello spettacolo del cinquantenario ideato da Barba, che da grande innovatore del teatro del Novecento qual è, per l’occasione chiama a collaborare bambini e artisti provenienti da tutto il mondo per partecipare ad una festa corale fuori dall’ordinario, nel suo farsi ricerca di una lingua universale.
“Nelle ventose praterie danesi abbiamo trovato un paese magico, dove bambini provenienti da tutto il mondo fondono la loro arte con un’esile e apparentemente silenziosa comunità locale, abbiamo scoperto un approdo dove marinai, saldatori, poeti, attori, musicisti ed a migranti hanno costruito un teatro. In questo Paese abbiamo assistito a come, con una disorientante energia, si può costruire uno spettacolo delicato, visionario e irripetibile. Ci siamo accorti che vivevamo nel paese dove gli alberi volano. Il nostro film racconta di questa scoperta”, così raccontano gli autori.
“Tutto scompare, tutto muore, ma il teatro resta il posto dove anche gli esseri più anonimi hanno la possibilità di diventare personaggi”, afferma Barba.
Il film, realizzato grazie anche al sostegno della Apulia Film Commission e in collaborazione con Sky Arte HD, si fa documento importante anche se frammentario della vicenda personale del grande regista salentino e rimanda all’avventura ben più ampia del “popolo” dell’Odin Teatret in tutta la sua furia sperimentale, che conta ben 76 spettacoli in 63 paesi diversi.
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