Vedendo “Ada e Bea” torna alla mente un esperimento di Strindberg: il teatro da camera. In realtà quel teatro da camera era comunque riferito a ciò che si svolgeva nel testo spettacolare, nella finzione cioè. Significato letterale invece assume nell’esperienza e nel progetto che stanno attuando Elisanbetta De Palo e Cristina Aubry su progetto di Elisabetta Fattori: “STASERANOIDAVOI”. In questo caso diremo che di vero “teatro da camera” si tratta, visto che si svolge in una camera vera, in un appartamento vero. Insomma il teatro che va a domicilio, che entra dentro le nostre case, non attraverso il piccolo schermo come avveniva negli anni della tv in bianco e nero, ma in carne e ossa, scuotendo le coscienze piccole borghesi o, semplicemente, divertendo. Si suona un citofono, quindi, si entra in una casa dove si è accolti come per un apericena qualunque, e ci si siede: lo spettacolo ha inizio. Tra finzione e realtà prende la forma il dialogo tra una donna dell’est e la padrona di casa (quella della finzione) tra virate comiche e climax drammatici, in un veloce susseguirsi di colpi di scena. Al termine applausi convinti e commenti con le attrici, per un teatro nuovo, che si rigenera e dalla più vecchia forma di spettacolo sa tramutarsi in quella più vivace e aperta al cambiamento. Brave le attrici, interessante il testo di Dimitri Patrizi.

 

Piergiorgio Mori
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