Il Duca è andato via. Eppure è ancora lì. Nascosto all’interno di insospettabili abiti da frate, osserva la sua Vienna (o la sua Londra, o la sua Roma), beffardamente lasciata nelle mani del suo vicario Angelo. La tirannia con cui Angelo governa la città potrebbe essere interrotta in qualunque momento dal Duca, che invece prosegue imperterrito con la sua beffa, fino alle estreme conseguenze.
Va in scena al Teatro Libero di Milano “Misura per Misura”, liberamente ispirato all’omonimo dramma di Shakespeare, scritto e diretto da Alessandro Veronese.
Vizio, corruzione, lussuria. Suore vestite da prostitute, servi abbigliati come i re, nessun vero colpevole, nessun vero innocente. Un abilissimo gioco di specchi in cui nessuno è ciò che sembra e niente è realmente come appare. Tutti si illudono di essere padroni del proprio destino senza minimamente sospettare di essere marionette nelle mani del Duca. Un Amleto ancor più calcolatore, uno Jago vestito da Angelo, per una delle maggiori opere di Shakespeare, la più amata da Peter Brook.
Un letto a baldacchino, al centro di tutto. Il sesso che si fa dinamica metaforica dei giochi del potere, come nell’ultimo Pasolini. Una commedia di chiaroscuri, divertentissima e nerissima, una scatola magica in cui nulla è come appare e in cui sarà impossibile distinguere ciò che è vero da ciò che è falso, in cui ridiamo e subito dopo ci chiediamo perché lo abbiamo fatto, un folle gioco teatrale che porterà fatalmente ad un totale ed inaspettato ribaltamento dei ruoli tra attori e pubblico. Anche noi beffati, come tutti. Fino al 15 gennaio.
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