Una donna dai mille volti, innamorata e piena di vita, tragica e carnale. Una donna che fu un tutt’uno con i suoi versi. Una donna sola, ma capace di assaporare il gusto dell’esistenza e la cui vita si fuse perfettamente e dolorosamente con i suoi sogni e i suoi fantasmi. Alda Merini.

Non ci si stanca mai di “ascoltare” un personaggio tanto amato, complesso, sventurato eppure gigantesco nella sua grandezza umana e letteraria. A proporne oggi un bel ritratto è Elisa Pavolini che porta in scena al Teatro Trastevere di Roma “Il tormento delle figure. Omaggio ad Alda Merini” per la regia di Mario Schittzer. Sul palcoscenico compaiono di volta in volta alcuni dei tanti personaggi che hanno popolato la vita e i desideri della Merini. E al centro di tutto c’è proprio lei, che si veste  e si spoglia, cambia pelle ma, in fondo, rimane sempre se stessa. Sola con i suoi tormenti in un irrefrenabile flusso di coscienza poetico e razionale, a tratti logico e disarmante, oppure compulsivo e logorante. I suoi amori sono centrali. Quegli amori di cui  scrisse <<cominciano nei tempi futuri. Perché i veri amori  sono dei sogni, delle invenzioni, dei parametri di poesia. Se questo o quell’altro uomo siano veramente esistiti, se abbiano toccato la mia carne, questo è un fenomeno secondario>>. Quegli amori che – veri o presunti, sogni, incubi, ombre – popolano il tempo e lo spazio, accendono, disprezzano, tradiscono. Svuotano l’anima e la tormentano. Salvezza e dannazione ad un tempo. Il testo della piéce attinge al racconto “Il tormento delle figure”, pubblicato nel 1990, ma c’è anche un passo dalle “Lettere al Signor G”, la raccolta di scritti, lettere e versi che la Merini dedicò  a Enzo Gabrici, uno degli psichiatri che la tenne in cura e che divenne un punto di riferimento per la donna e  la paziente. A completare questo “ritratto di signora”, alcuni versi tratti da “L’Anima Innamorata”, una raccolta di poesie in cui la Merini ci svela la sua indole mistica e religiosa, per la quale l’amore diventa una sostanza che pervade ed invade ogni essere, Dio compreso. Fino al 4 marzo.

Gloria Bondi
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