“Quando sei scesa dal cielo mi sono emozionato: doveva essere per forza l’inizio di qualcosa di grande”. (cit. dal film)

Ispirato ai grandi classici della letteratura come “L’isola del tesoro” (1883 di Robert Louis Stevenson), ma soprattutto “I viaggi di Gulliver” (1726 -1735 di Jonathan Swift),  questo lungometraggio segna un profondo cambiamento nella produzione del famoso maestro Hayao Miyazaki.

 

E’ il 1986 e insieme al collega Isao Takahata fonda l’ormai celebre Studio Ghibli e per festeggiare questo traguardo realizza e distribuisce appunto “Laputa-Il castello nel cielo”. Ora, dopo 26 anni, il terzo lungometraggio della produzione del maestro ,ma già opera prima dello Studio Ghibli: “Laputa-Il castello nel cielo” arriva finalmente in Italia. Certo nel 2004 la Buena Vista aveva distribuito il film in DVD, ma ora vederlo al cinema è tutto un altro effetto. Sono passati molti anni eppure nonostante qualche elemento che mostra la sua età, il film riesce a colpire e conquistare per capacità tecnica sia a livello visivo che narrativo. Conquista e affascina, fa ridere e piangere allo stesso tempo, ma soprattutto stupisce. I disegni sono ancora molto vicini a quelli di “Conan il ragazzo del futuro” o a “Lupin III – Il castello di Cagliostro” del ’79  e di  “Nausicaä della Valle del vento” del 1984, però se ne discosta per le visioni strabilianti e soprattutto per il tono forte con cui vengono trattate le tematiche tanto care al regista, quali l’amicizia, la condanna della brama di potere, il rapporto fra la natura e l’uomo. Mentre in “Nausicaä della Valle del vento”, ad esempio,  la natura  si rivolta contro lo sfruttamento umano, qui invece si parla della possibilità di una pacifica convivenza, della possibilità per l’uomo di progredire senza però aggredire la natura e distruggerla.

In “Il castello nel cielo” il passato e il futuro si mescolano e si confondono insieme per cui ecco apparire fantasiose macchine futuristiche alternate a elementi archeologici sempre immaginifici. E’ un’opera con un forte impatto visivo ed emotivo tanto che non mancano gli omaggi come appare evidente nell’ nell’ultimo episodio della seconda serie di Lupin III, per non dimenticare il riadattamento e ampliamento della storia ad opera dello “studio Gainax”, che nel 1990 produce e distribuisce il cartone animato “Nadia-Il mistero della pietra azzurra” con la regia di Hideaki Anno.

Tutto ha inizio quando una giovane bambina di nome Sheeta viene rapita dall’esercito guidato dal perfido ed algido colonnello Muska e inseguita dai terribili pirati dell’aria capitanati dalla mamma, Ma Dola. Nel tentativo di sfuggire ad entrambi però cade dall’aeronave, tutto sembrerebbe perduto però la pietra che porta al collo si attiva e lentamente il corpo della ragazza viene portato a terra fra le braccia del giovane minatore Pazu. I due, un po’ perché orfani, un po’ perché coetanei stringono subito una profonda amicizia. Ecco dunque che inizia  un’emozionante quanto pericolosa avventura fra colpi di scena, sparatorie, inseguimenti e bombardamenti alla ricerca della leggendaria isola volante di Laputa, che racchiude in sé inestimabili tesori e conoscenze tecnologiche. Riusciranno i due ragazzi ad evitare che l’isola cada nelle mani di persone cattive e assetate di soldi e potere?