Ci sono due protagoniste nascoste nel nuovo film di John Turturro. La prima è New York, vestita dei colori di un autunno sontuoso. La seconda è la nostalgia per un mondo che sta morendo: la Manhattan degli intellettuali, degli artisti, dei jazz club e delle librerie di volumi rari. La New York vista e amata in tanti film di Woody Allen. Assaporata tra un assolo di clarinetto e il raffinato battibeccare di certi intellettuali colti e schizofrenici.

Un mondo che silenziosamente soccombe alle logiche veloci e implacabili del business, del consumismo imbarbaritore e della crisi economica. Ne è l’emblema l’antica libreria che Murray – Allen è costretto a chiudere all’inizio del film perché non dà più da vivere alla sua riccioluta famiglia  black. Ma ben la rappresenta anche Fioravante, uomo semplice e delicato, fioraio part-time, idraulico quando occorre, gigolò per caso. Perché è proprio questa l’idea che permetterà ai due di sopravvivere. Fioravante si improvviserà gigolò, Murray procaccerà le clienti. Il successo è assicurato. Non bello, non giovane, Fioravante conquista con la sua sensibilità e con la sua riservatezza. Con la tenerezza con cui sa rendere speciali gesti essenziali. Con la capacità di ascoltare e di valorizzare donne che da troppo tempo nessuno guarda, renderle di nuovo belle e desiderabili, senza giudicarle mai. Si fa chiamare Virgilio ed in effetti è proprio questo. Mentre le sue prestazioni restano sullo sfondo, emerge il suo ruolo di guida gentile e discreta, al servizio di donne che, per motivi diversi, sembrano aver perduto la gioia della femminilità.

Tra le sue “clienti”, però, c’è anche la bella e austera Avigail, vedova di un rabbino, che vive, nel cuore di Brooklyn, quasi reclusa all’interno della comunità ultra-ortodossa a cui appartiene ed è segretamente amata dal poliziotto Dovi. Sarà proprio Avigail a mettere fine alla carriera appena iniziata di Fioravante. Perché di lei, fragile e indifesa, inconsapevole e terribilmente bisognosa di amore, Fioravante finirà per innamorarsi, scatenando le ire dei rabbini che coinvolgeranno Murray in un improvvisato processo. Alla fine Fioravante lascerà New York? La decisione resta sospesa, ma in fondo non è così importante. “Gigolò per caso” è soprattutto un’ode malinconica e sommessa alle tante, troppe solitudini che gridano di dolore sotto la patina di vite apparentemente normali. John Turturro ci regala un film raffinato ed elegante e il ritratto di un uomo di cui è impossibile non innamorarsi.

Divertenti Allen nei panni del suo improbabile lenone, Sharon Stone e Sofia Vergara in quelli di due donne belle e annoiate che tentano di coinvolgere Fioravante in un improbabile menage a trois. Incantevole Vanessa Paradis, vedova dalla grazia rarefatta e dagli occhi colmi di malinconia. Una menzione speciale alle musiche, scelte e adattate con gusto davvero raro. Tra di esse spicca una versione inedita di “Tu si’ na cosa grande” cantata in italiano dalla stessa Paradis.

Gloria Bondi
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