“L’operetta amorale con cui definisco questo spettacolo è un atto unico di carattere popolare in cui la recitazione si alterna col canto e l’argomento che viene trattato non ha relazione con la comune morale.
Protagoniste sono le puttane (pulle in palermitano), quattro travestiti e un trans che contemplano madonne a tinte accese, vestite di stras, piume di struzzo, pizzi, lustrini e guepiere.
Attraverso un processo di metempsicosi, tre fate guidate da Mab, la levatrice delle fate, trasferiscono nelle pulle la loro anima femminile, incarnandosi in un ibrido che sta a metà tra i due sessi.
Il miracolo è teso a compiere un rovesciamento del femminile sul maschile senza dover subire l’ operazione o la scomunica di un bigotto Cardinale.
Rosy, Sara, Ata, Moira e Stellina si addormentano beate e in sogno ricevono la grazia dalle tre protettrici: la fata danzante, la fata cantante e la fata parlante.
Il viaggio onirico ricco di travestimenti, trucchi, parrucchi, balli, canzoni, coreografie da avanspettacolo, è accompagnato da atmosfere laceranti e dolorose in cui le cinque pulle mettono a nudo la loro condizione di emarginate.
L’interno è un bordello con le tende di damasco, un covo segreto dove offrire anima e corpo.
“Sento il mio corpo parte del mistero” canta Mab di fronte alle puttane colpene stretto tra le cosce e l’aureola luminosa in testa come un’icona religiosa di tante Eve colte in flagrante dopo il peccato originale.
Dietro un separè di seta si nasconde una ferita, uno sguardo spaventato, una vita sciupata. Con zampe di ragni, ali di cavallette e umidi raggi di luna Mab prepara l’intruglio e a mezzanotte in punto apre le tende della stanza dei sogni.”
Dal sito di Emma Dante: www.emmadante.it/lepulle
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