Il famoso attore Johnny Depp e il regista, già premio Oscar, Florian Henckel von Donnersmarck per presentare il film “The Tourist”, moderati da Piera Detassis, direttrice della rivista “Ciak”. Evidentemente assente la celebre Angelina Jolie che pare sia rimasta bloccata a Berlino a causa della neve.

 

 

Lei generalmente interpreta ruoli da ribelle e talvolta anche un po’ fuori dalle righe, qui invece è alle prese con un uomo normale, apparentemente un uomo come tanti altri. Come ha affrontato un personaggio così serio, c’è qualche somiglianza con lei?

Johnny Depp: In ogni personaggio che devo interpretare c’è una parte di me, nonostante siano sempre molto diversi da quello che sono nella vita. Io e Florian ne abbiamo parlato a lungo, l’idea di partenza di Frank era quella di uno che viaggia sempre con la valigia perfetta e ben organizzata. Ho cercato quindi di interpretare il ruolo di un uomo normalissimo, appassionato di tecnologia che gira con una sigaretta elettronica per cercare di smettere di fumare. Poi Frank mi ha fatto venire in mente un tizio che conoscevo, che faceva il ragioniere, era uno che andava in vacanza solo per fotografare cartelloni, nomi di strade, insegne e quant’altro in giro per il mondo che portasse il suo nome o il suo cognome. In casa aveva questa gigantesca parete piena di fotografie, decisamente un tipo strano che mi ha molto ispirato.

 

 

Cosa la diverte di più tenersi sotto controllo e adattarsi alla sceneggiatura oppure poter anche esagerare ed essere un po’ più libero dai cliché?

Johnny Depp: Sono stato molto fortunato nella mia carriera, ho lavorato con grandi registi come Jarmush, Burton e tanti altri. Quando interpreti un personaggio, quel che cerchi di fare sempre è cercare di rimanere fedele alla sceneggiatura e a quello che ti chiede il regista. Il tutto rispettando la visione del personaggio che ha l’autore, se mi avete visto recitare nei panni di personaggi e in situazioni un po’ sopra le righe è stato perché sentivo che in quel frangente era necessario esagerare e seguire il mio istinto. Qui il mio personaggio agisce quasi sottotraccia, e vi assicuro che a volte è anche più difficile rimanere un po’ nascosti e in sordina, quello che puoi fare in questi casi è cercare di aggiungere quel pizzico di interesse in più senza strafare.

E’ mai stato in disaccordo su un personaggio con i registi con i quali ha lavorato?

Johnny Depp: E’ capitato di essere in disaccordo con un regista o di avere visioni non coincidenti, ma in questi casi interviene il buon senso. Quando qualcuno pensa a te per un ruolo è perché crede che tu possa interpretarlo al meglio con le tue capacità. Quando qualcuno ti sceglie lo fa perché sa che sei in grado di dare delle prestazioni di un certo livello e che ti impegnerai al 100%. Fortunatamente con Florian non è mai successo, anzi devo dire che ha accettato sempre di buon grado i miei consigli e le mie opinioni, è stato lui stesso fonte d’ispirazione per il mio personaggio, ha avuto idee grandiose.

 

 

 

 

Dopo il suo primo film “Le vite degli altri”, con cui ha vinto l’Oscar, com’è stato lavorare con due divi come Johnny e Angelina?

Florian Henckel-Donnersmarck: Bisogna mettersi d’accordo su cosa sia una star, per me una star è un attore molto bravo che ha ottenuto un grande seguito. Il pubblico si dimentica che quelli che appaiono sullo schermo sono prima di tutto attori di grande talento. Per questo posso affermare che per me non è stato molto diverso lavorare con Johnny e Angelina rispetto agli attori de Le vite degli altri, che erano altrettanto bravi e famosi in patria. Forse non erano attori molto conosciuti fuori dalla Germania ma erano davvero impressionanti per la loro bravura. Non è stato per me un grande cambiamento passare da quel film a questo, credetemi.

Come ha preso le critiche negative in patria e in America a questo film “The Tourist”?

Florian Henckel-Donnersmarck: Questo film ha rappresentato una mia sfida personale, dopo il film cupo e impegnato con cui ho esordito, volevo fare un film leggero e sofisticato, che mettesse il pubblico in uno stato d’animo positivo. Volevo evitare di ripetere un film politico e dalle atmosfere pesanti, non volevo passare come quello che fa film solo di questo tipo. Avevo appena finito di scrivere una sceneggiatura incentrata su un suicidio poi ho sentito di questo progetto e mi sono detto che era ora di cimentarmi in qualcosa di diverso. “Le vite degli altri” è stata una magnifica esperienza, ma mi aveva messo in uno stato d’animo un po’ cupo, avevo bisogno di evadere. Prendete “The Tourist” come un regalo da parte mia per festeggiare la bellezza del mondo, il Natale e il lavoro di grandi attori hollywoodiani.

 


L’opera sembra quasi una genuflessione ad Angelina Jolie

Florian Henckel-Donnersmarck: Quando ho sentito delle tre nomination ai Golden Globes sono stato molto felice per quella ricevuta da Johnny e Angelina, perché il film per me è stato concepito proprio in funzione loro, come una festa per celebrare la gloria dei grandi attori di oggi, se mi criticano per questo allora dovrebbero vedere un film la cui trama è costruita su mostri e robot di pura invenzione.

 

 

Può descrivere le sue sensazioni dopo aver ricevuto due candidature ai Golden Globes? Tornerà presto a dirigere un film?

Johnny Depp: Ci sono due sceneggiature che mi attraggono molto, ci sto pensando, ma posso dirvi che semmai tornassi mi dedicherei semplicemente alla regia prendendo come protagonista un attore diverso da me. Entrambi i lavori diventano pesanti se svolti in modo parallelo. Posso dirvi che è stato un grande onore per me ricevere la doppia candidatura al Golden Globe, la cosa mi emoziona e mi commuove molto.

 

Nel suo film ci sono tanti attori italiani che fanno dei cammeo, quali sono i suoi rapporti con Christian De Sica?

Florian Henckel-Donnersmarck: Non ho mai incontrato nessun attore italiano che racchiudesse in sé una combinazione così straordinaria di eleganza e umorismo, è stata una festa per noi lavorare con lui, quando ho mostrato il film alla Sony mi hanno chiesto chi fosse e perché non l’abbiano mai visto in America. E poi ho avuto un altro colpo di fulmine quando ho visto recitare Alessio Boni in “La meglio gioventù”, così gli ho chiesto di scegliersi un ruolo e di partecipare al film. Per non parlare di Neri Marcoré, di lui conoscevo le imitazioni dei politici e mi faceva molto ridere. Nino Frassica invece l’avevo visto in un serial tv nel ruolo del maresciallo dei Carabinieri e allora ho deciso di usarlo in quello stesso ruolo, mentre Raoul Bova invece doveva tentare un approccio seduttivo nei confronti di Angelina e lei doveva rifiutare. Solo che il suo no non è mai stato del tutto convinto, d’altronde come si fa a dare due di picche ad un uomo come Raoul. Potete essere molto orgogliosi degli attori che avete attualmente in Italia.



Potremmo definire il suo film come appartenente al genere comedy-thriller?

Florian Henckel-Donnersmarck: Non smetterò mai di pensare che un film non appartiene mai ad un solo genere ma è sempre un insieme di tanti generi diversi. “The Tourist” è comico, d’avventura, sentimentale, thriller e glamour, però a pensarci bene la definizione di comedy-thriller è calzante, direi che è perfetta.

 

 

Rispetto al cinema hollywoodiano che si vede in questo tipo di film “The Tourist” risulta molto elegante e sofisticato, anche nei dialoghi, molto somigliante ai film degli anni ’30 di “L’uomo ombra” e alle atmosfere di James Bond, come la presenza di Timothy Dalton darebbe indicherebbe.

Florian Henckel-Donnersmarck: Alla fine delle riprese Johnny mi ha fatto un regalo, l’edizione dei film di “The thin man”, che amo molto. Capivo esattamente quello che Johnny mi voleva dire, li ho guardati spesso nei mesi successivi e mi sono reso conto che rappresentano un mondo particolare, in cui i protagonisti hanno uno spirito generoso, tenero ed elegante. In “The Tourist” non ho voluto far rivivere un’altra epoca né tornare ad un altro cinema, volevo solo fare un film che ricordasse in qualche frangente elementi e atmosfere di film che abbiamo amato. Non ho voluto Timothy Dalton per omaggiare i film di Bond ma l’ho scelto dopo averlo visto in “Le avventure di Rocketeer” al fianco di Bill Campbell e Jennifer Connelly, aveva così tanto charme che mi affascinava l’idea di fargli interpretare un personaggio cattivo ma al contempo adorabile.

Quali sono state le fonti fonti d’ispirazione per “The Tourist”?

Florian Henckel-Donnersmarck: Mi piace sorprendere il pubblico e anche me stesso quando faccio un film, ero un po’ teso prima dell’inizio della lavorazione ma poi la paura si è affievolita quando ho appreso che sia Johnny che Angelina avevano accettato i loro ruoli. Questo perché sapevo quel che erano capaci di fare, se non avessi mai fatto avrei avuto un grande rimpianto.

I due protagonisti si baciano spesso nel film ma si tratta di baci piuttosto casti, si vociferava in internet di una scena hot in una doccia, è vero che è stata tagliata o non è mai esistita?
Florian Henckel von Donnersmarck: Mi spiace deludervi, non c’è mai stata la famosa scena della doccia, spesso si leggono troppe riviste.

Piera Detassis (direttrice di Ciak): veramente lei lo ha dichiarato in un’intervista.

Florian Henckel von Donnersmarck: Se l’ho detto allora sarà vero

Cosa deve il film all’ambientazione?

Florian Henckel-Donnersmarck: Per me Venezia è stato il terzo protagonista del film. Dovevamo trovare un posto affascinante che fosse all’altezza dei due protagonisti, e quale posto migliore di questa splendida città. E’ un posto magico, quando penso a Venezia non posso credere che esista e già adesso, a qualche tempo di distanza, mi sembra come un sogno esserci stati per cinque mesi. Quella che si respira tra i canali è un’atmosfera irreale che ti trasmette uno stato d’animo di felicità. Ringrazio a questo proposito i nostri produttori che ci hanno dato la possibilità di girarlo interamente a Venezia, senza alcuna ricostruzione in studio a Los Angeles, è stata una sfida logistica incredibile ma ce l’abbiamo fatta.

Come ha vissuto la sua esperienza veneziana Johnny Depp?

Johnny Depp: E’ stato un grande regalo passare cinque mesi immerso in un posto magico come quello. Ha aiutato molto il lavoro e il risultato finale del film. Ci sono state ovviamente delle difficoltà e delle distrazioni, non era facile tutti i giorni lavorare con un muro di paparazzi al seguito di Angelina. A parte questo, abbiamo vissuto in armonia e in tranquillità, io personalmente ho avuto la possibilità di gustarmi la poesia delle vie e dei canali di Venezia, un’incantevole esperienza che mi ha lasciato un ricordo indelebile. Non dimenticherò mai le sue stradine, i passaggi stretti, i canali, ho avuto la fortuna di poter godere della città appieno dalle 22.00 alle 2 di notte tutte le sere.