Giuseppe, un giovane professore, arriva in un carcere minorile. Dotato di buona volontà e di quell’entusiasmo condito da una lieve ingenuità che è propria del neofita, si trova di fronte a ragazzi che hanno sulle spalle infrazioni più o meno gravi: dallo spaccio all’omicidio. Questo è l’inizio di “Cattivi ragazzi” spettacolo teatrale scritto e diretto da Veruska Rossi e Guido Giovenale in scena al Teatro della Cometa in questi giorni.

Un testo che affronta una tematica già percorsa in fiction e film (su tutti “Mery per sempre”), ma che riesce a evitare cliché grazie a un adattamento interessante con ragazzi che pur provenendo da diversi luoghi d’Italia e del mondo (Roma, Napoli, il Nord, la Sicilia, il Marocco e la Romania) pian piano lasciano affiorare quella umanità ferita e offesa che li ha posti dalla parte sbagliata e che lasciano progressivamente intravedere bagliori di redenzione. La scommessa di restituirli al mondo passa attraverso l’eroismo umile di un professore che alla fine, dopo gli inevitabili scontri, riesce ad accaparrarsi la fiducia dei ragazzi. Oltre al testo forza dello spettacolo è il cast. A cominciare da Francesco Montanari che dimostra di poter essere credibile anche come personaggio positivo nel ruolo del professore per poi proseguire con gli straordinari giovani attori della scuola Omnes Artes (dai 14 ai 17 anni) che sanno insieme al loro professore divertire, appassionare, commuovere, in una parola: emozionare. L’unico rammarico è che lo spettacolo duri solo fino all’8 novembre e che non sia riuscito ad accordarsi con le scuole per un congruo numero di matinée: sarebbe stata un’ottima occasione per far comprendere ai giovanissimi che il teatro è tutto fuorché antico e noioso.

Piergiorgio Mori
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