Dal 1999 – organizzata dalla Compagnia Teatrale La bottega delle maschere diretta da Marcello Amici – Pirandelliana è la rassegna di teatro in scena nel Giardino della Basilica di Sant’Alessio. L’evento teatrale giunto alla XII Edizione contiene, com’è tradizione, due commedie di Luigi Pirandello: Il piacere dell’onestà (il martedì, il giovedì, il sabato) e Il berretto a sonagli (il mercoledì, il venerdì, la domenica). L’aria che si respira nella rassegna non è raddensata, austera, severa, ma è ironica tragedia e commedia tragica. È teatro pirandelliano che affronta il problema delle convenienze, considerazioni di calcolo nelle quali la moralità è quasi sempre sacrificata, e il mito della menzogna che opprime e condiziona l’umanità. È il racconto di due personaggi disperatamente soli in un ambiente nel quale alligna l’ipocrisia, addirittura la superstizione.

Protagonista de Il piacere dell’onestà è Angelo Baldovino, che, per tornaconto, decide di smetterla di campare come uomo particolare, per diventare emblema dell’onestà. Ma con l’onestà, come con la disonestà, si sa dove si comincia e non si sa dove si finisce. È Baldovino stesso a dettare le regole del giuoco dell’onestà. Gioca con l’anima sua con l’apparente indifferenza del pagliaccio che fa saltare nel cerchio il cane ammaestrato. Quando si accorge che qualcuno ha trasformato la situazione convenzionale in diversione rivoluzionaria dei patti, l’uomo cerca di allentare le maglie della trappola in cui è caduto.

È troppo tardi. Bisogna avere altri requisiti per sedersi al tavolo di quel giuoco.

Pirandello ha creato ancora una volta un escluso cui la regia azzarda togliere il mezzuccio del pianto. La solitudine del personaggio si riflette nelle linee futuriste della scenografia, nelle note di un pianoforte, nelle luci sghembe, nel grottesco, strumento critico ed elemento aggregante attraverso il quale i misteri dell’anima e l’intenso teorema del testo si ricollegano e preannunciano le inquietanti suggestioni che un tale sta incominciando a dipanare a Vienna, in Berggasse 19.

– So bene ora, come debbo dir loro! – Si chiude il sipario sulle parole di Baldovino. Che vorrà dire? Noi non lo sappiamo, ma nemmeno Pirandello. A volte non si deve dire, se si vuole uscire dalla gabbia degli esclusi. La vita è un continuo fieri e questo Gorgia da Leontini non l’ha mai saputo!

 

Il berretto a sonagli è una commedia nata e non scritta, viva e non costruita, è la storia di Ciampa. Il suo carattere, scrive Pirandello a Martoglio che dirigeva le prove della messinscena, è pazzesco. Questa la sua nota fondamentale: gesti, andatura, modo di parlare, pazzeschi. Una maschera nuda che sottolinea il contrasto tra il sotterraneo fluire dei sentimenti e la rigidità delle forme che li imprigionano, tra la verità e la finzione. L’apparire conta più dell’essere, perché bisogna conservare il rispetto della gente. È la società di Pirandello riflessa da specchi deformati; i personaggi, le situazioni, i pupi non possono non riflettere momenti grotteschi. Come tutto si placa dopo un temporale, anche qui, come nelle altre storie di Pirandello, non accade nulla; fingere ancora un pochino (per tre mesi, in manicomio) e ognuno potrà riprendere il proprio posto nella società. Contrasto che trova in Ciampa, in apparenza strambo, ridicolo e assurdo, ma in realtà straziante, una delle espressioni più moderne di tutta la galleria degli eroi pirandelliani. Un personaggio misero e titanico allo stesso tempo, eroico e pieno di umanità. Una umanità silenziosa e astuta che gli dà la forza di difendere la sua infelicità coniugale, contro la società ridicola del suo tempo. Un personaggio apparentemente piccolo ma infinitamente grande.

 

In scena: Marcello Amici, Marco Vincenzetti, Antonella Alfieri, Carmen Vitter, Michela Grimaldi, Luca Ferrini, Maria Lovetti, Chiara Nicolanti, Carlo Bari

 

Gloria Bondi
Latest posts by Gloria Bondi (see all)