Se Pedro Almodovar vedesse la messa in scena di “Tutto su mia madre” all’Elfo Puccini ne sarebbe entusiasta. Perché la trasposizione teatrale di quello che resta uno dei film più belli e struggenti del regista spagnolo (il testo di Samuel Adamson si basa sulla stessa sceneggiatura di Almodovar) fa leva su due punti cardine del suo Cinema: il gioco ad incastro finzione/realtà, che in questo caso si traduce nel doppio specchio “teatro nel teatro”, e l’oscillare tra melodramma e comicità, mostrando la tragedia grottesca delle cose.
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