Errare, vagare, sbagliare, vanità: la vita. Questo è un tentativo sommario per riassumere la consistenza dell’”Orlando furioso” il poema di Ludovico Ariosto, complesso, articolato e avvincente, con la pazzia d’Orlando che fa da paradigma della vanità del mondo. Il rapporto tra questo testo ha una data storica: il 1969. Fu quello l’anno in cui esplose la bomba che avrebbe cambiato il teatro italiano creando un solco tra teatro cosiddetto di ricerca e teatro borghese. Con umiltà e coraggio allo stesso tempo riprende questo filo il Gruppo Jobel, che sta mettendo in scena in questi giorni (specificatamente nel fine settimana) uno studio sulle peripezie di Orlando e dei personaggi che gli ruotano attorno. Una bozza di avvio di quello che vorrà essere un musical con musiche originali. Gli interpreti (tre, ovvero Chiara Talone, Brian Latini e Danny Bignotti) recitano e cantano alcuni brani tratti dai quarantasei canti: il proemio che fa da filo conduttore, con i tre filoni narrativi (la guerra contro i Mori, la pazzia amorosa d’Orlando e la dinastia d’Este annunciata dall’amore tra Ruggero e Bradamante), attorno al quale si addipanano i quadri dell’amore tra Angelica e Medoro, la disperazione di Orlando che scopre l’innamoramento di Angelica per Medoro e il loro matrimonio, il castello d’Atlante come gioco tra illusione e realtà del mondo e infine il fantastico volo di Astolfo sulla Luna per recuperare il senno di Orlando. Il tutto in un’ora che commuove ed emoziona. Lo studio è “in progress”, ed è da seguire con interesse. Al teatro della Bottega, via Ruspoli. Roma, fino all’ultimo week end di marzo.
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