“Non stiamo facendo teatro, stiamo compiendo immensi atti d’amore”. Corrado D’Elia dedica a Giorgio Strehler un altro dei suoi bellissimi album. Seguendo la traccia di appunti e lettere scritte nel corso di tutta una vita, compone sapientemente il ritratto, il racconto di una delle personalità più grandi del Novecento italiano. Ma  “Non chiamatemi Maestro” è  molto più di un semplice omaggio a Strehler. E’ in realtà soprattutto un appassionato inno d’amore per il Teatro.

Giorgio Strehler diceva: “… Amo il teatro perché è umano!”. Ed è proprio l’umanità del teatro, assieme alla sua fragilità a renderlo un’esperienza che ogni giorno può rinnovare il suo mistero, la sua poesia  e al tempo stesso la sua sorprendente vicinanza. Solo, con la musica a fare da contrappunto alla voce, D’Elia parla al pubblico seduto insieme a lui sul palco.  Finalmente oltre la quarta parete, dentro quella bolla magica che possiamo solo immaginare, da lontano, quando siamo seduti in platea, sentendocene, in fondo, quasi esiliati.

Straordinario, misurato, “umano” come il teatro deve essere, D’Elia ci regala la storia e l’anima dell’uomo e dell’artista Strehler. L’infanzia a Trieste. Il ricordo del padre. La prima volta che con Paolo Grassi entrò in quello che sarebbe diventato “Il Piccolo”. Gli amici e i colleghi. Gli amori. Il mare. La vita e la morte che arriverà d’inverno “mentre nevica sulle case e sul cuore degli uomini”.  Ma  ci restituisce anche un’idea del teatro e della gente di teatro che sembra lontana, ma è invece la realtà dei nostri giorni. Un teatro che è bottega e artigianato. Un teatro che è arte, ma anche uno specchio che serve agli uomini per guardare se stessi e farsi più grandi. “Una piccola scheggia di diamante da trovare con tanta fatica, nelle sabbie così mobili della realtà e delle vicende umane….”. Una risposta al disumano, al brutto, alla brutalità, alla volgarità alla violenza del vivere. Il teatro contro la morte, per tenerla lontana, tenerla a bada, finché si può.  “E forse questo è il gran segreto del teatro, il suo mistero eterno…Chi ha preso gusto del teatro una volta, non sa staccarsene finché vive.”

Da non perdere. Fino al 30 settembre.

Gloria Bondi
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