“Le sorelle Macaluso” di Emma Dante torna in scena al Piccolo Teatro Grassi di Milano. La pièce infatti ha debuttato nel 2014 e vinto il Premio Ubu come migliore spettacolo dell’anno. L’autrice e regista palermitana porta sul palcoscenico la storia di sette sorelle, Gina, Cetty, Maria, Katia, Lia, Pinuccia e Antonella, riunitesi in occasione di un funerale di cui solo alla fine si scoprirà il protagonista.

I loro corpi abbigliati di nero emergono dall’ombra, evocati dalla danza lieve di una di loro. Dal fondo indistinto fanno la loro comparsa anche i fantasmi dei defunti, che inscenano con i vivi una lotta a colpi di spade e scudi: è l’eterno duello tra vita e morte, il tema principale dell’opera, un combattimento che la Dante reinterpreta sul modello dei pupi siciliani, quasi a ricordarci che la vita è pirandellianamente una “pupazzata”. Solo nel finale, infatti, lo spettatore si accorgerà che quegli scudi sono anche le lapidi di cinque personaggi.

Il legame indissolubile tra i due mondi, quello del qui e ora e quello dell’aldilà, è continuamente sottolineato durante la rappresentazione: i morti sono dapprima indistinguibili dai vivi e popolano di continuo la scena dando modo allo spettatore di capire solo in seguito chi sono gli uni e chi gli altri; la vitalità e la corporeità si fondono con la staticità e l’atteggiamento talvolta attonito di alcuni dei personaggi; le grasse risate e la leggerezza di alcuni passaggi digradano inesorabilmente verso il tragico e il funereo.

Al centro, un nucleo familiare unito e diviso allo stesso tempo: le sette sorelle che, in dialetto palermitano stretto e l’incursione del pugliese, non perdono mai occasione di rinfacciarsi l’un l’altra verità nascoste, eventi tragici, colpe e responsabilità. A ripristinare l’armonia perduta è il lungo abbraccio dei fantasmi del padre e della madre, una testimonianza di ciò che dura al di là di tutto.

Luigi Metropoli