Quattro capolavori di Pirandello messi in scena con indiscussa maestria! Dirette con straordinaria sapienza, le vicende che si alternano sul palcoscenico regalano emozioni e sensazioni di verità, mistero e deduzioni sulla vita, le quali, nonostante siano trascorsi secoli, sono di una attualità disarmante. La formula vincente della Bottega delle Maschere, la caratteristica che contraddistingue tutti gli attori di amare visceralmente Pirandello e di interpretare i suoi capolavori con passione, non conosce pecche. I protagonisti delle storie sono esempi di vita per tutti.

Innamorati del mondo e della loro maschera, tutti ne rispettano la personalità fino in fondo. Non si può non amare un teatro di tale caratura, studiato nei minimi particolari, sviscerato in ogni singola sfumatura dei personaggi che, come è noto, sono l’anima della filosofia pirandelliana. La brillantezza, la continuità della scenografia accompagnata da musiche e luci azzeccate, rendono lo spettacolo sempre vivo e gradevole.

Nella genesi di tutta l’opera pirandelliana sta scritto: in principio era il teatro! La verità, La patente, La morte addosso, All’uscita. La prima era ed è rimasta una novella, la seconda e la terza, col nome L’uomo dal fiore in bocca, sono diventate atto unico. La quarta, All’uscita, anch’essa destinata in origine alla narrativa, è diventata l’atto di nascita ufficiale del teatro pirandelliano. Quattro messinscena, quindi, tra narrativa e teatro dove si racconta la storia di popolani e di piccoli borghesi che vorrebbero vendicarsi di esistere in modo gramo e per questo cercano inquietanti strade di evasione e di rivalsa, quasi a difendersi dalla vita che fa male a tutti, inevitabilmente. Il denudamento della maschera non comporta la morte dell’istrione, perché scoprirsi non più marionetta significa cominciare a ragionare, a usare un’altra maschera.

marcello_amici_in_la_patente.jpg

Stefano Polidori
Latest posts by Stefano Polidori (see all)