Dalle pagine di uno dei romanzi più famosi e amati della letteratura mondiale, ecco uscire a sorpresa un personaggio inedito, defilato ma che ora, prepotentemente, prende la parola per raccontarci la “sua” verità a proposito di una delle storie più tragiche e scellerate di tutta la letteratura ottocentesca. Siamo a “Cime tempestose”.

 

Ellen Dean, accorta e complice governante, a parte di mille segreti e custode fidata di grida e silenzi, tesse le fila di una storia straordinaria. Ad ascoltarla è l’attonito signor Lockwood, provvisorio affittuario dei padroni della tenuta. Intervengono, a tratti, un medico che sa molte cose e un giovane servo. Fuori dallo spazio intimo del salone, ci sembra di sentire l’inquietante sibilare del vento che batte incessantemente la brughiera  e porta  fino a noi le voci e i silenzi degli sciagurati protagonisti. Ma sono soprattutto le parole di Ellen Dean, a farci rivivere le atmosfere, il dolore e l’amore di Catherine e Heathcliff.  Ad esprimere per noi  la violenza della passione che li distruggerà e che porterà con sé i destini di tutti coloro che li circondano. Il racconto di Ellen Dean è continuamente interrotto dai richiami di una capricciosa e petulante “signorina”, che dalla stanza accanto pretende la sua attenzione. Solo alla fine scopriremo che si tratta della stessa Emily Bronte, che attraverso la voce di Ellen ci racconta il lato oscuro della sua storia. Tomaso Sherman e Patrizia La Fonte portano in scena il loro personale adattamento dell’immortale romanzo e riescono, pur affidandola ad una sola voce narrante, a restituirci intatta la bellezza e la forza di una tra le trame più avvincenti e improbabili della letteratura. La stessa La Fonte presta volto e voce ad Ellen. Assieme a lei, in scena, Stefano Gragnani nei panni del signor Lockwood, Mario Podeschi e Lorenzo Venturini. L’effetto di insieme è raffinato e suggestivo, la messa in scena curata ed efficace. A Roma, al Teatro Stanze Segrete, fino al 20 maggio.   

Gloria Bondi
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