Il bianco e il rosso, due colori che già da soli possono raccontare una storia. Due colori che vestono una donna che racconta, seduta all’interno di una gabbia, un’enorme voliera nella quale si librano parole e suggestioni.
La donna è tesa. Insostenibilmente. E turbata. Narra storie oscure, in bilico tra la realtà e il sogno. Storie che sono come una corda tesa su un baratro. E su quella corda camminiamo, dietro di lei, spaventati dall’ignoto e dall’incomprensibile.
Dame oscure è la piéce scritta e interpretata da Debora Virello presentata ieri in prima nazionale alla Cavallerizza del Teatro Litta di Milano. Un monologo nel quale si intrecciano due storie tra le quali il nesso non è facilmente identificabile, ma hanno come comune denominatore il fascino oscuro di una narrazione in cui i confini della realtà si dissolvono per lasciare il posto a creature fantastiche, presagi, luoghi onirici, fantasie, paure, desideri.
«Dame oscure è un sogno antico – spiega l’autrice e interprete – è un desiderio. Quello di impersonare sul palco tutte le eroine tormentate e combattute dei romanzi – e dei film – che più ho amato da giovane. Non una, ma tutte. Dame oscure è una visione. Quella di una donna, una creatura ambigua e misteriosa che dia corpo e voce alle più belle parole del genere gotico, attraversandole tutte. Ecco allora che Stoker, Leroux, Lovecraft e Poe – e molti altri ancora – diventano gli autori di riferimento all’interno dei quali divertirsi, per creare una storia nuova che abbia come cuore tutti i topoi cari alla letteratura gotica dove castelli diroccati, monasteri tetri e tenebrosi e teatri abbandonati fanno da sfondo a vicende cupe, turbamenti psichici e passioni intense».
Fino al 5 febbraio.
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Teatro Litta, corso Magenta, 24, Milano. Tel. 02. 86 454545 – biglietteria@mtmteatro.it.
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