Regia di Ali Abbasi. Con Sebastian Stan, Jeremy Strong, Maria Bakalova, Martin Donovan, Emily Mitchell (II) – USA, Danimarca, Irlanda, Canada, 2024, durata 120 minuti
Ali Abbasi, riesce, ancora una volta, a scrivere un “film serio” e a compiere, quindi, un altro miracolo per un regista iraniano. Un regista del tutto controcorrente (rispetto ai canoni artistici tollerati nel suo Paese) che riesce a trattare con ritmo, maestria, humor e spietatezza un argomento insidiosissimo anche per un regista americano.
Un film riuscito anche per la bravura degli attori che sono tutti meritevoli di menzione, a cominciare da Sebastian Stan nel ruolo di Trump, di Maria Bakalova in quello di Ivana, Jeremy Strong nel ruolo dello spergiudicato avvocato Roy Cohn.
Il protagonista assoluto del film è naturalmente il giovane Trump con la sua incommesurabile ambizione, la sua arroganza, il suo muoversi sempre al limite della legalità e non di rado nella illegalità.
Il suo mentore è l’avvocato Cohn, il più classico degli avvocati traffichini, capace di qualunque nefandezza pur di raggiungere il suo obiettivo. Suoi sono i tre principi del successo: 1. attacca, attacca, attacca 2. nega di aver commesso errori; 3. comunque sia andata, rivendica sempre la vittoria. Principi che il giovane Trump molto presto fa suoi, salvo poi appropriarsene dopo la morte dell’avvocato.
Un ritratto spietato e coraggioso di un personaggio controverso che rischiamo di vedere nuovamente al vertice della sgangerata democrazia americana. Speriamo bene….
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