Shylock, spettacolo dell’autore e attore inglese Gareth Armstrong,  è l’unica incursione fuori dalla Sicilia della rassegna PALCO OFF ed è inserito in stagione in quanto vincitore del Festival Milano Off 2016 per l’interpretazione di Mauro Parrinello.

Shylock, acclamato al festival di Edimburgo e poi replicato in tutto il mondo mette in scena uno spin-off del Mercante di Venezia di Shakespeare. Chi era realmente l’ebreo Shylock che rivendica la sua libbra di carne dal petto del protagonista? Tra situazioni esilaranti, travestimenti, incursioni e rimandi, Shylock è un Mercante di Venezia come non lo avete mai visto.

Il coltello affilato, gli occhi iniettati di sangue, il naso adunco e una parrucca rossiccia che gli da un aspetto diabolico. Oppure, una semplice tunica nera e un portamento nobile ed elegante. Nel primo caso, il villain rivendica la sua libbra di carne suscitando le risa e lo scherno del pubblico, nel secondo la sua pietà. Comunque sia, si tratta sempre di uno dei personaggi immortali partoriti dal genio di Shakespeare: Shylock. Ma chi era veramente l’ebreo del Mercante di Venezia?

Un uomo solo, senza amici, un padre abbandonato e pieno di rabbia. Un personaggio controverso, capace di dividere la storia, che in alcuni casi ne ha fatto un baluardo dell’antisemitismo, mentre in altri l’esempio prediletto per vivaci discussioni sulla questione ebraica. Come è possibile, dopo tanto parlare, rappresentare, riscrivere e riadattare questa icona del teatro, confrontarsi ancora con Shylock?

Nel suo monologo del 1998 – straordinario successo di pubblico a Edimburgo, e poi un decennio di repliche in tutto il mondo – Gareth Armstrong opera una scelta semplice e allo stesso tempo esilarante: fare uscire Shylock di scena. A parlare di lui è qualcuno che in pochi ricorderanno: Tubal, quell’ebreo “della stessa tribù” di Shylock a cui Shakespeare dedica nel Mercante non più di otto battute. A lui il compito di ripercorrere la fitta trama del Mercante di Venezia, nel tentativo di riabilitare la figura di Shylock, di rivelare, con incredibile ironia, l’uomo dietro il personaggio, vacillante sotto il peso di un mito troppo grande per lui. Tubal si prende così il suo momento di gloria, la sua opportunità per riscrivere la storia dal suo punto di vista.

In scena al Teatro LIbero di Milano dal 17 al 19 febbraio.

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Teatro Libero, via Savona 10, Milano

Tel. 02-8323126   biglietteria@teatrolibero.it

 

Gloria Bondi
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