Dopo In capo al mondo – In viaggio con Walter Bonatti, la compagnia Teatro Invito di Luca Radaelli torna in scena a Teatro Libero con un nuovo spettacolo che presenterà in prima nazionale, Macbeth banquet, una singolare e originale rilettura di una tra le tragedie più cupe e sanguinarie di Shakespeare, di cui quest’anno ricorre il quarto centenario della morte.
Macbeth banquet, ideato ed interpretato da Luca Radaelli (accompagnato dalla chitarra di Maurizio Aliffi) per la regia di Paola Manfredi, è un banchetto “casalingo” per un assassinio perpetrato tutto in famiglia, in cui le ambizioni del protagonista svaniranno in una nuvola di vapore.
Sarà un cuoco stralunato, una sorta di clown bianco, a guidare gli spettatori nelle viscere dell’opera shakespeariana, narrando di ricette oscure e macchinazioni crudeli attraverso l’ausilio degli utensili e del cibo presenti nella sua cucina, interpretando di volta in volta i personaggi principali di questa tragedia dell’ambizione in un rito, quello culinario, che è prima di tutto teatrale.
Tra pentole, vasellame, coltelli e attrezzi da cucina, alludendo alla preparazione del banchetto in cui apparirà il fantasma di Banquo, Luca Radaelli dialoga con la chitarra di Aliffi in una vera e propria rappresentazione musical/culinaria per raccontarci le ferine battaglie, le uccisioni notturne, la foresta di Birnam e ancora le streghe, Macduff, il re Duncan, Lady Macbeth e il futuro re di Scozia secondo una prospettiva originale: saranno tutti davanti a noi, ai fornelli di un intreccio sanguinoso. Una ricetta fallimentare per il destino di una coppia divorata dal desiderio di dominio.
Macbeth è il dramma dell’ambizione. Un valoroso e fedele soldato si trova spalancata la porta al potere. La tentazione è grande. Chi non farebbe carte false per avere successo, per uscire dall’anonimato e dalla mediocrità? Chi non vorrebbe dimostrare alla propria donna di “essere uomo”, di prendere al balzo la palla che il destino gli offre? È Lady Macbeth che si insinua nella coscienza del marito per convincerlo a compiere l’atto terribile, il regicidio. È il dramma della manipolazione. La manipolazione delle coscienze.
Ma anche la materia viene manipolata, così come fa il cuoco in cucina. È il coltello il protagonista. Con la carne e il sangue (e il vino).
In un rito che ricorda quello eucaristico, un cuoco sta cucinando un piatto, che forse verrà servito nel banchetto (Banquet) dove comparirà lo spettro di Banquo. La cucina è un luogo dove le figure sfumano, avvolte nei vapori. Bolle un calderone, da cui sortiranno sortilegi, magie. Appaiono spettri, streghe, cadaveri, incubi.
È il corpo e il sangue di Macbeth, quello che si sta cucinando. È il rito del teatro, che è trasformazione, transustanziazione, in cui il corpo dell’attore si trasforma, diventa altro per trovare se stesso.
Questo spettacolo è una sfida con un testo altamente poetico, che qui si cerca di rendere nella sua grande attualità attraverso una nuova traduzione, ed è una sfida con i sette personaggi che possiedono di volta in volta il corpo dell’attore.
L’officiante di questo rito è un cuoco stralunato, che cerca di mantenere il suo equilibrio mentre evoca le scene della tragedia utilizzando gli strumenti della cucina (mestoli, coltelli, pentole, taglieri…) come in un teatro di oggetti.
Lo accompagna un assistente/musicista (il chitarrista Maurizio Aliffi) che costruisce una drammaturgia sonora attraverso effetti, loop, distorsioni, ma anche incursioni nelle ballate popolari, nel blues, nel rock di Frank Zappa.
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