Del terremoto a L’Aquila e della ricostruzione si è parlato moltissimo. Ma le persone più direttamente coinvolte, cioè quelle che hanno perso i propri cari, la propria casa, il proprio lavoro, sono state ben poco ascoltate. Non sono state coinvolte nemmeno nelle decisioni più importanti per il loro futuro.
Raccogliendo testimonianze di queste persone ActionAid ha realizzato “L’Aquila a pezzi”, una video inchiesta in nove episodi che valuta i dichiarati benefici dello spostamento del G8 e la ricostruzione sociale delle comunità colpite.
“L’Aquila a pezzi” riparte dunque da dove era arrivato “Le crepe nel G8”, pubblicato nel giugno del 2009. Già in quel primo video ActionAid – che segue sempre con grande attenzione i G8 e le decisioni che vi vengono prese sul tema della lotta alla povertà – aveva sollevato dubbi sui benefici derivanti dallo spostamento del meeting da La Maddalena a L’Aquila.
L’AQUILA A PEZZI
un documentario a pezzi di Cecilia Mastrantonio e Sebastiano Tecchio
Episodio n. 5: UNA CASA O TANTE C.A.S.E. – Un vero record?
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Un luogo sicuro dove abitare è un diritto umano fondamentale. Nelle intenzioni dichiarate, il progetto CASE avrebbe dovuto, a tempo di record, assicurarlo a tutti coloro che hanno perso l’abitazione durante il terremoto. Ma in realtà il progetto CASE ha dato un tetto solo a una parte degli sfollati che, in ogni caso, non sono state consultate nel progettare la loro nuova abitazione. Il risultato, ad oggi, è che il progetto CASE consiste in alcuni alloggi isolati e privi di servizi di base come i trasporti, e sul fatto che fosse la migliore opzione possibile vi sono forti dubbi.
Per vedere tutte le puntate della video-inchiesta visitate il sito internet di Actionaid
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