Abbiamo prodotto La Prima linea con l’intento di raccontare un capitolo importante e doloroso della storia recente del nostro paese, convinti che il cinema debba anche offrire spunti di riflessione sull’identità di una Nazione. Consapevoli della delicatezza del tema, abbiamo messo tutto il nostro impegno per rispettare la verità storica, la memoria e la sensibilità delle persone che da quella stagione di sangue sono rimaste colpite.
Invece di attendere la visione del film per giudicare la riuscita o meno del nostro sforzo, si è preferito da parte di molti – alcuni in buona fede, altri no – concentrare l’attenzione sull’opportunità che lo Stato sovvenzionasse il film. La nostra risposta è che non ci sarebbe stato nulla di male: un Paese maturo non ha paura di guardare nel proprio passato. Ma la polemica ha preso il sopravvento.
Il finanziamento statale dato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali è legittimo, sulla base della legge vigente e della nostra carta costituzionale, così come legittimo è il fondo pubblico erogato dal Consiglio D’Europa (Eurimages).
Malgrado questo, per sgombrare il campo da ogni possibile strumentalizzazione, abbiamo quindi deciso di rinunciare al sovvenzionamento statale italiano.
Domani il film sarà presentato alla stampa. Vorremmo che da questo momento l’attenzione di tutti si concentrasse esclusivamente sul film in quanto tale, sui suoi contenuti artistici, umani e storici.
Più di ogni altra cosa, ci sta a cuore la dignità del nostro lavoro e la speranza che il pubblico possa valutare il film senza inutili filtri polemici.
Andrea Occhipinti, Lucky Red
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