Il coraggio di raccontare la diversità è il vincitore della quindicesima edizione del MedFilm Festival . La giuria del concorso ufficiale ha infatti attribuito il Premio Amore e Psiche a Eyes Wide Open del regista israeliano Haim Tabakman, il Brokeback Mountain di Méa Shéarim, il quartiere ebraico ortodosso di Gerusalemme dove sboccia l’amore e la tormentata passione tra due uomini profondamente religiosi che nonostante i sensi di colpa andranno con coraggio fino in fondo.
Un amore forte fatto di sguardi, narrato con pudore e delicatezza. Un’opera prima, così come Ander dello spagnolo Roberto Caston al quale è andata “per la sua ruvida sensualità, e la sua semplicità” la Menzione Speciale della giuria, e che come il film di Tabakman racconta con estrema naturalezza la scoperta, a quarant’anni, dell’omosessualità del protagonista, un timido contadino basco.
Ed è un’opera prima anche il film che ha ricevuto il premio Espressione artistica, Wrong Rosay del regista turco Mahmut Fazil Coskun. Perché nell’anno Europeo della Creatività e dell’Innovazione, sugli otto premi attribuiti nelle diverse sezioni competitive del MedFilm ben cinque sono stati assegnati a registi al loro debutto nel lungometraggio o nel documentario, autori destinati a scrivere il futuro della storia del cinema.
Una conferma della validità della selezione di questa edizione che con oltre 130 pellicole ha proposto un appassionante e inedito viaggio nelle tematiche più interessanti del mondo mediterraneo, privilegiando i sentimenti ed evitando facili sensazionalismi.
L’amore, in questo variegato ventaglio di film che dal 7 al 14 novembre hanno attirato un folto pubblico nelle diverse location (Palazzo delle Esposizioni, Nuovo Cinema Aquila, Villa Medici), è espresso dalle immagini più che dalle parole, come in Wrong Rosary che divide il premio ex aequo con Veiled Love, del regista marocchino Aziz Salmy del quale la giuria presieduta dal Presidente dell’Istituto del Mondo arabo Dominique Baudis ha apprezzato “il coraggio nell’affrontare un tema particolarmente audace nella società marocchina di oggi”, quello delle ragazze madri, per forza o per scelta. Un bel film che rappresenta il paese ospite d’onore, assieme alla Francia, della quindicesima edizione e che ha regalato agli spettatori una interessante retrospettiva sugli ultimi dieci anni del cinema marocchino, validamente curata dal Centre Cinematographique Marocain.
I registi esordienti hanno fatto centro anche nel Concorso Italiano che assegna il Premio Italia nel Cinema, attribuito all’unanimità a La casa sulle nuvole di Claudio Giovannesi dalla giuria di giornalisti stranieri che ha assegnato una Menzione Speciale al “commovente” debutto nel lungometraggio di Tizza Covi e Rainer Frimmel, Non è ancora domani (La pivellina).
Creatività e innovazione dunque, in questo palmarès che vede premiata un’opera prima anche nella sezione documentari curata da Angelo Loy: il premio Open Eyes è andato a Welcome to Hebron dello svedese Terje Carlsson, ex aequo con Hanna e Viola di Rossella Piccino.
Al cinema del futuro i premi dei cortometraggi. Il Premio Methexis attribuito da una giuria composta da studenti delle scuole internazionali di cinema e dai detenuti del N.C. di Rebibbia e coordinata da Angelo Loy è stato assegnato al corto francese My Sixtine che esalta il potere della fantasia e dell’immaginazione.
Novità di quest’anno il Premio Cervantes Roma per il cortometraggio più innovativo, in collaborazione con l’omonimo Istituto per promuovere il cinema giovane, è andato a In our Blood di Guillaume Senez.
Tra gli ospiti d’onore del Festival, lo scrittore marocchino Tahar Ben Jelloun ha presieduto la giuria che ha attribuito il Premio Eurimages Italia a Pandora’s Box della regista turca Yesim Ustaoglu, per “la sua umanità, per la verità dei personaggi colpiti dalla violenza irrimediabile della vita, per come descrive il dramma degli anziani”.
All’autore di Il razzismo spiegato a mia figlia è stata consegnata la prima edizione del Premio Koinè – dal greco “linguaggio condiviso”- nel corso della serata inaugurale, il 7 novembre, che in nome della creatività e dell’innovazione ha introdotto un’altra novità in questo Festival: un brillante monologo dell’attore Vincenzo Crivelli, ideato e messo in scena dal regista Carlo Manfredi con Vanessa Tonnini, punteggiato dai musicisti della Strabanda, ha sostituito la tradizionale formula di presentazione. E anche per la cerimonia della premiazione il MedFilm ha abbandonato gli schemi percorsi abitualmente dai festival. Gli applausi del pubblico che ha affollato l’Auditorium della Conciliazione fanno prevedere per il futuro altre originali trovate.
Non è tutto: per i suoi 15 anni, MedFilm ha introdotto altri due premi, quello per i Nuovi Talenti, consegnato alla giovane e brava attrice marocchina Sanaa Alaoui, e quello per la Creatività e Innovazione, inaugurato con l’artista Francesco Cuomo autore del manifesto del Festival. Non ha potuto invece ritirare il Premio alla Carriera la regista francese Claire Denis, trattenuta da motivi imprevisti, alla quale il Festival ha dedicato una retrospettiva a Villa Medici, nell’ambito della vetrina del cinema francese, Le regard des autres.
Tra gli eventi dedicate agli addetti al settore, le Giornate professionali, che hanno riunito all’Acquario romano-Casa dell’Architettura e all’Hotel Bernini-Bristol alcune decine di produttori e distributori di numerosi paesi del Mediterraneo. Importante occasione di conoscenza e di scambio destinata a facilitare la circolazione dei film.
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