Un’indagine psicologica ed umana su due controverse donne della storia argentina: Eva Duarte e María Estela Martínez Cartas, detta Isabel. Se la seconda moglie del generale Juan Domingo Perón, Evita, è passata alla storia come “Capo Spirituale della Nazione Argentina”, la sua terza moglie Isabel di fatto ne è stata la Presidentessa.
Due figure femminili molto simili tra loro per estrazione sociale e percorsi di vita: dalle umili origini, alla ricerca del successo; il matrimonio con Perón e l’ascesa in politica. Due donne i cui destini si intrecceranno indissolubilmente. “A parole. Cosa saresti disposto a fare pur di non scomparire?” è lo spettacolo che da domani andrà in scena al Teatro Litta, nella Sala La Cavallerizza, scritto e interpretato da Debora Virello per la regia di Susanna Baccari. Uno spettacolo che è un documentario emotivo,il racconto di una vicenda umana, la storia di una donna e del suo desiderio di essere amata. Isabelita fragile, bestiale e spudorata, innamorata, glaciale e spietata. Uno spettacolo delicato e profondo che parla di donne alle donne e non solo.
Il confronto tra i loro percorsi di vita è affascinante: tutte e due sono di origine modesta e quasi senza educazione, tutte e due lasciano la famiglia per dedicarsi all’arte ottenendo risultati poco meno che mediocri, tutte e due diventano rispettivamente seconda e terza moglie del generale Juan Domingo Perón e tutte e due, seppur digiune di qualsiasi conoscenza politica, riescono ad arrivare al potere. L’una come Evita, “capo spirituale della nazione”, l’altra come Isabelita, prima donna presidente.
“Tanti punti in comune per destini differenti – scrive la regista Susanna Baccari – perché Isabel, nonostante tutti i suoi sforzi, vivrà sempre all’ombra di quell’Eva diventata icona ed eroina del suo popolo. Perché mentre a Evita toccherà una discreta fama e il ricordo dei posteri, Isabelita conoscerà invece la prigione, l’esilio e una sorta di cancellazione dalla memoria popolare. Senza l’intenzione di interpretare fatti storici e politici, prende vita così una storia di ambizione, inadeguatezza, profonda solitudine e macabro senso del confronto; la vicenda umana della “presidenta”, una donna tormentata dalla necessità di essere ricordata. Una donna che oggi, nonostante sia ancora viva ed esiliata a Madrid, rimane soltanto una figura ambigua per l’Argentina e una sconosciuta per tutti gli altri”.
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