Regia di Paolo Sorrentino. con Celeste Dalla Porta, Stefania Sandrelli, Gary Oldman, Silvio Orlando, Luisa Ranieri – Italia, 2024, durata 136 minuti.
Un film fatto di poesia, di una fotografia folgorante e di un simbolismo felliniano. Come “La grande bellezza” era un film dedicato a Roma, Parthenope, manco a dirlo, è dedicato a Napoli, una città che si ama e che si odia. Piena di contraddizioni, del rosso e dell’azzurro del suo cielo, del blu del mare che lo circonda e delle sfumature di grigio che si scuriscono fino a diventare nere e puzzolenti come le sue fogne.
Parthenope è una magnifica ragazza ammirata da tutti che è capace dell’amore più puro e del sesso più sfrenato. Non ha inibizioni e viene violentata anche dagli uomini di chiesa. Graffiante è l’ultima scena che vede Parthenope concedersi alla concupiscenza dello stesso prelato che ogni anno annuncia la riuscita o il fallimento dello scioglimento del sangue di San Gennaro.
È anche un film pieno di fumo. Tutti fumano, e talmente tanto che non è certo una casualità. Il fumo è il Vesuvio, il fumo è il contrabbando di sigarette, un crimine che attraversa tutto l’arco temporale di Parthenope ed arriva fino ai nostri giorni..
Parthenope è legata alla sua città e ci resterà per molti anni. Ma, come succede a molti, per motivi di lavoro si trasferirà poi al nord. E solo quando andrà in pensione ritornerà a Napoli, per restarci.
Tutte luci per il nuovo film di Sorrentino? Non precisamente. Il film è poetico, con una fotografia straordinaria ma qualche volta abbiamo avuto la sensazione che in alcuni (pochi) punti, i dialoghi fossero un po’ roboanti, come cercassero a tutti i costi le parole ad effetto. Ci è sembrato a volte che gli attori fossero poco naturali. La ricerca a tutti i costi della poetica a volte riempie di vuota magnificenza immagini e dialoghi.
Altre volte il simbolismo felliniano è anch’esso un po’ eccessivo, come la scena finale del figlio del professor Marotta. Un ragazzo di acqua e sale che è “bellissimo” solo negli occhi di chi gli vuol bene. Forse questo è il messaggio dell’uomo di acqua e sale: Napoli è bellissima agli occhi di chi le vuol bene. Tutti gli altri la vedono per quella che è, non sempre bella.
Infine, se si vuole cercare il pelo nell’uovo, la Sandrelli nella parte della Parthenope anziana, sconcerta ma non commuove. Per carità, la Sandrelli è sempre bravissima ed è sempre stata un simbolo di bellezza femminile, purtroppo, però, lei e la giovane Dalla Porta non hanno un solo lineamento del viso in comune. Sono due persone completamente diverse. Nulla di grave ma, probabilmente, una attrice con i lineamenti anche lontamamente simili a quelli della giovane Parthenope avrebbe reso più comprensibile il salto temporale nella vita della protagonista e avrebbe favorito il coinvolgimento emotivo dello spettatore.
- PARTHENOPE - 13/11/2024
- The Apprentice – Alle origini di Trump - 28/10/2024
- Bones and All - 14/01/2023